Pittori futuristi: ecco i 10 più importanti
Sei un’amante dell’arte alla ricerca dei migliori pittori futuristi?
Allora stai leggendo l’articolo giusto. In questa guida, infatti, andremo alla scoperta dei migliori artisti del futurismo, ovvero degli appartenenti a questa straordinaria e controversa avanguardia culturale europea. La corrente artistica di Carrà e Soffici, solo per anticipare due dei più famosi pittori del 900.
Un movimento che ha anche coinvolto anche alcuni tra i migliori scrittori contemporanei e certamente ispirato più di un romanzo storico.
Hai voglia di saperne di più? Allora non perdiamo tempo ed entriamo subito nel merito: il dinamismo dei pittori futuristi ci attende.
Arte futurista: dalla letteratura alla pittura
Il futurismo abbracciò diverse discipline artistiche e culturali: dalla pittura alla scultura, dal mosaico all’architettura, dalla ceramica alla musica e alla letteratura. Ma anche cinema, teatro o gastronomia. Nei prossimi paragrafi, come annunciato, ci concentreremo soprattutto sulla pittura futurista. Buona lettura.
Futurismo definizione e sintesi
Prima di conoscere i nomi e le opere d’arte dei più grandi pittori futuristi, facciamo un piccolo ma doveroso passo indietro per partire dalle basi.
Cos’è il futurismo? Questa è la domanda dalla quale partire. Per trovare una risposta esaustiva, prendiamo a riferimento la definizione che ne da l’Enciclopedia Treccani:
«Movimento letterario, artistico e politico, fondato nel 1909 da F. T. Marinetti in reazione, oltre che alla letteratura borghese dell’Ottocento, alla magniloquenza e all’estetismo dannunziani. Attraverso tutta una serie di “manifesti” e di clamorose polemiche, propugnava un’arte e un costume che avrebbero dovuto fare tabula rasa del passato e di ogni forma espressiva tradizionale e informarsi al dinamismo della vita moderna, della civiltà meccanica, proiettandosi verso il futuro, nel tripudio dei sensi, obbedendo allo slancio vitale e alla volontà di potenza, individuale e nazionale: in Italia si espresse politicamente schierandosi con il partito interventista in occasione della prima guerra mondiale e si confuse, in taluni suoi esponenti, col fascismo stesso».
Inoltre, la stessa fonte, entrando ancora più nel dettaglio, precisa anche che:
«I manifesti programmatici e l’attività, insieme dissolutrice e vitalistica, del futurismo riguardarono, oltre che la letteratura, la politica e il costume, anche la pittura, la scultura, l’architettura, la musica, il teatro, il cinema e le arti decorative, ponendo il movimento nel novero delle grandi correnti artistiche contemporanee».
Nel prossimo paragrafo andremo a scoprire come gli stessi futuristi definivano il loro modo di fare pittura.
Manifesto futurismo pittura
Per quanto riguarda più specificatamente il manifesto della pittura futurista, tra le altre cose, esso sanciva che le caratteristiche di tale arte avrebbero dovuto riguardare l’abolizione della prospettiva tradizionale e il moltiplicarsi dei punti di vista per esprimere il dinamico interagire del soggetto con lo spazio circostante. Pertanto si proponeva di portare avanti otto punti, che citiamo testualmente:
- Distruggere il culto del passato, l’ossessione dell’antico, il pedantismo e il formalismo accademico;
- Disprezzare profondamente ogni forma d’imitazione;
- Esaltare ogni forma di originalità, anche se temeraria, anche se violentissima;
- Trarre coraggio ed orgoglio dalla facile faccia di pazzia con cui si sferzano e s’imbavagliano gl’innovatori;
- Considerare i critici d’arte come inutili e dannosi;
- Ribellarci contro la tirannia delle parole: armonia e di buon gusto, espressioni troppo elastiche, con le quali si potranno facilmente demolire l’opera di Rembrandt, quella di Goya e quella di Rodin;
- Spazzar via dal campo ideale dell’arte tutti i motivi, tutti i soggetti già sfruttati;
- Rendere e magnificare la vita odierna, incessantemente e tumultuosamente trasformata dalla scienza vittoriosa. Siano sepolti i morti nelle più profonde viscere della terra! Sia sgombra di mummie la soglia del futuro! Largo ai giovani, ai violenti, ai temerari!
Fatte tutte le premesse del caso, andiamo adesso a conoscere i migliori pittori futuristi.
Futuristi italiani
Il Manifesto tecnico della pittura futurista venne pubblicato l’11 aprile 1910, firmato da artisti del 900 e pittori del calibro di Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla e Gino Severini.
Anche se, il primo Manifesto dei pittori futuristi era stato pubblicato l’11 febbraio dello stesso anno come volantino della rivista Futurismo Poesia. In quel caso, tra i firmatari comparivano anche Aroldo Bonzagni e Romolo Romani, poi sostituiti dagli stessi Gino Severini e Giacomo Balla.
Le prime opere futuriste appartenenti alla pittura italiana vennero esposte a Milano alla “Mostra d’arte libera”, tenutasi presso la fabbrica Ricordi nel 1912. Il fascino rivoluzionario dei quadri futuristi fu subito evidente.
A volte si tende a fare confusione fra cubismo e futurismo. In realtà, il già citato Boccioni si occupò principalmente del dinamismo plastico e sintetico e proprio del superamento del cubismo.
Artisti del novecento: dal futurismo francese a quello russo
Tra i maggiori pittori futuristi esteri, ci furono i francesi, come Valentine de Saint-Point, che rispose a Marinetti con un manifesto della donna futurista, ma anche i grandi pittori del futurismo russo come Natal’ja Sergeevna Gončarova, Michail Fëdorovič Larionov, Vladimir Vladimirovič Majakovskij (noto soprattutto come poeta, ma frequentò l’Accademia di pittura di Mosca), Kazimir Severinovič Malevič e Aleksandr Michajlovič Rodčenko.
E con questo si conclude lo speciale Unicusano sui pittori futuristi. Ma ricorda: se cerchi un corso di arte o curatore museale, leggi anche la nostra guida su come lavorare nei musei. Lì trovi i migliori master in Museologia, gestione e valorizzazione dei beni culturali.